era trascorsa tanta vita
e chi restava a completare il gioco
temendo in fondo che una storia sghemba
si rifugiasse ancora tra le pagine
s’accomodasse a un tavolo per due
vide seduta l’ombra sul punto di svanire
_una certa bellezza respirava_
sotto l’arco dei glicini
passavano dei treni
andavano a morire in lontananza
non si viaggiava più per esser vivi
si poteva restarsene al di qua
anche se diventati trasparenti
attraversati da malinconie
era trascorsa mentre
se ne stava appoggiata alla finestra
_giù nella strada la verità cadeva a non finire_
e ci si approssimava alla partenza
lo si vedeva scorrere negli occhi
come nei sottotitoli di un film
l’addio dei rassegnati
a salutare chi non può partire _ma nemmeno restare_
Non so perché mi sono apparse le tradotte di ebrei portati allo sterminio. un’aria che non vibra, una morte che non grida, un dolore che non si quieta.
Che scherzi fanno i pensieri …Ti riverso i tuoi versi finali:
” lo si vedeva scorrere negli occhi
come nei sottotitoli di un film
l’addio dei rassegnati
a salutare chi non può partire _ma nemmeno tornare_”
E se tutto questo accadesse a noi? Fragili creature borderline?
Narda
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non avevo pensato a tutto questo, però vedo che ci sta, sì…
più che altro attribuivo agli esseri umani che vivono lutti, abbandoni, sofferenze, e non possono partire ancora verso quel confine che sarà libertà, forse, ma da cui non si potrà tornare…
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Che grande grande poesia, Cri!
Non ho parole ora… ❤
Ho suonato per tanti anni questo valzer di Chopin
Musica più giusta con i tuoi versi non potevi scegliere per me.
A presto!
Sei davvero una donna rara, Cri
gb
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grazie, cara gb.
hai ragione, è proprio bellissimo questo valzer ❤
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Posticipare posticipare!!!Ad infinitum……………………………………………………….
car
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o almeno procedere molto, molto lentamente…
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