In cucina

dedicata a un amico

il mio kintsugi - by criBo

Un vetro piange di vapore
dai rivoli si scorgono i balconi
il resto è nebbia
me stessa immaginaria
al di qua dei battenti

mi scuote il bip del segnatempo
_dopo averne bruciato d’ogni sorta_
chiudere il gas

aprire a pagina settanta
il libro di ricette
fare un falò di tutte

ci sono sponde oltre le quali
è bene non sedersi
e preferire una scrittura mista a
un tavolo gremito d’incostanze
all’agrodolce

svendo mobilia e tutorial
scale e ritratti
_letti e surrogati libri letti_
cuccume e chicchere spaiate
pietra ollare

e vi regalo per la sera
_dovesse mai mancare la corrente_
il mio kintsugi
un sole profumato di lavanda
una luna quadrata alla finestra

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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22 risposte a In cucina

  1. Pingback: riproposta | cristina bove

  2. pieramariachessa ha detto:

    Un vetro apre il tuo bel testo, un altro lo chiude, nel mezzo ci regali un pezzo di te. E la luna, quadrata, osserva… Buona settimana.
    Piera

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  3. fernirosso ha detto:

    mettere in pari ciò che è ìmpari e impari a parare come tutti i colpi che la mensa della vita ci prepara organizzando per tutti la lezione di cucina e cucito, di lettura e rilegatura:osso per osso e fiore per fiore, una misura mistura che lega mente a cuore.
    ferni

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  4. fattorina1 ha detto:

    E’ una poesia che mentre pare aprirsi in una narrazione invece si chiude nel vuoto, nell’assenza lasciando un retrogusto di amarezza. Le tue ancore non sono salde e spesso ti trascinano oltre la linea di marea.
    Narda

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    • cristina bove ha detto:

      forse non ho ancore, cara Narda, forse ho solo l’illusione di averne, di tanto in tanto…
      a volte ho la sensaziione che niente più mi appartenga, e che niente abbia il potere di trattenermi dalla fuga.
      ma c’è una parte di me che resiste, in nome dell’amore, credo.
      grazie
      cri

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  5. ninaesposition ha detto:

    “Un vetro piange di vapore /dai rivoli si scorgono i balconi /il resto è nebbia…”
    è un verso stupendo/struggente: hai dato anima al vetro, cuore e dolore…!
    Mi fai pensare al “punto di rugiada” che dà inizio alla condensazione quando la temperatura fuori è più fredda, lo sbalzo termico sui vetri condensa il vapore in acqua, forse accade così anche per il nostro corpo: quando dentro siamo “caldi” d’amore per la persona cara e ci gela la visione della sua sofferenza si condensano quei vapori, gli occhi si appannano… tutto diventa nebbia e confusione…

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    • cristina bove ha detto:

      proprio così, Nina, mi confonde sempre l’appannamento dei vetri, e in cucina accade anche quando l’acqua bolle in una pentola.
      sento ugualmente l’appannarsi di un sogno, di una vitalità, di una speranza.
      e per il resto, forse siamo tutti vasi più o meno infranti, ed è la nostra anima che cicatrizza con l’oro le nostre ferite.
      grazie
      un abbraccio

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  6. carmen ha detto:

    “ci sono sponde oltre le quali / è bene non sedersi”
    e poi il kintsugi bellissima immagine con cui dai una speranza di trasformazione dell’esperienza (certo non positiva, mi par di capire, della persona a cui l’hai dedicata) in preziosità, qualcosa che rivalorizzerà la vita
    e poi un sole profumato di lavanda
    e poi una luna quadrata alla finestra
    Tutte immagini augurali molto belle e originali.
    Avranno senz’altro l’effetto desiderato.
    ciao, bellissima persona, oltre che poeta super!
    car

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    • cristina bove ha detto:

      adesso che mi ci fai pensare, Car, può anche assumere il significato cui ti riferisci.
      in effetti l’ho dedicata a un amico che in un suo commento ha scritto che la cucina mi ispira…
      però può starci anche la ferita risanata con la tecnica del kintsugi.

      grazie
      un grande abbraccio
      cri

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  7. aitanblog ha detto:

    Ma a pensarci bene qualche volta si può e si fa…

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  8. aitanblog ha detto:

    Si potesse nelle vita valorizzare le ferite e far adorno delle cicatrici come in questo tuo kintsukuroi!

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  9. annamaria49 ha detto:

    Bellissima, m’inchino a tanta raffinatezza e atmosfera pregnante che pare di toccarla con mano.
    Buona giornata, carissima.
    un grande abbraccio
    annamaria

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  10. miglieruolo ha detto:

    chi vuol fare poesia dovrebbe studiarla questa tua di oggi, rifletterci un po’ sopra: più di quanto normalmente occorra. Ne trarrebbe giovamento.
    Ci sarebbe da scriverci sopra una cosa del genere: come fermare un istante con alcuni versi, stilati come se si trattasse di un racconto…
    Ma non lo fai sempre, questo? No, non sempre…

    Ma cosa è la “pietra ollare”?

    Tieni presente che non ti posso rispondere, wind non mi spedisce più la posta e sembra non esista un servizio di assistenza dedicato…

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