Da un commento a cilindro, oltre ai conigli

 

scrivo come se respirassi
soltanto un po’ più attentamente.
e sto in ascolto quando
note di cognizioni antiche
sorprendono me stessa
come un prestigiatore al quale
sbucassero leoni dal cappello

una tastiera amplificata
potrebbe raccontare oltre che il mondo
anche distanze
a chi sapesse leggere presenze
seppure ben nascoste
e se più che parole
mi spuntassero fiori dalle dita

 

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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30 risposte a Da un commento a cilindro, oltre ai conigli

  1. Anonimo ha detto:

    “scrivo come se respirassi
    soltanto un po’ più attentamente….”
    Fantastica!! Bye
    Gio

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  2. Fausto marchetti ha detto:

    conigli e leoni si rincorrono, saltando sui tasti proiettano nell’aria tutto ciò che vedi e tocchi e tutto ciò che il tuo cilindro contiene trasformandoli in sorrisi e lacrime e tutto ciò che la tua vita mai sarà.

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  3. elis19mr ha detto:

    E’ il cervello ancestrale, rimanda lontane rimembranze che la coscienza filtra e convoglia nel cilindro magico della parola. A volte sono fiori, quasi sempre è poesia!
    🙂

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  4. cristina bove ha detto:

    per te
    sono l’abbraccio lieve
    che rassicura e non trattiene
    per medicarti l’anima
    c’è già una luce che disseta e cura
    che ti sostiene e nutre di poesia
    e nasceranno fiori dalle lacrime
    vedrai!

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  5. frantzisca ha detto:

    riluce

    l’ombra amica
    dei tuoi palmi in fiore
    conforto
    a questa pianta stanca

    qui…
    incanto e magia
    respiro lieve
    medicamento per
    l’anima
    mia
    bruciata

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  6. aitanblog ha detto:

    E’ una bella sintesi di Cristina che digita versi in rete a ritmi sorprendenti esplorando una vena ricchissima.

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  7. marzia ha detto:

    Prima Chopin, a dosi abbondanti, poi la tua parola , Cristina, lemma dopo lemma fluisce come per magia; tuttavia non chiamo magia lo stesso linguaggio che nella sua forma più alta scrive sul pentagramma del sentimento condiviso; la chiamo abilità di scandaglio, raffinata e frutto di una ricerca forse incessante che fa dire, di rado, “terra!”…

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  8. theallamente ha detto:

    ah, no? non sono fiori? ricordo: nel “mago di oz” c’è un punto in cui il “leone codardo” cade addormentato in un campo di papaveri. Potenza di fiori!
    baci

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  9. massimobotturi ha detto:

    ma tu li sai domare

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  10. graziagardenia ha detto:

    Le tue parole profumano più che mai i nostri inquieti pensieri, sbocciando nel giardino del cuore.
    baciopomeridiano
    grazia

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  11. carmen ha detto:

    Dal commento a cilindro esce fuori più che un coniglio, esce il respiro poetico.
    E le sorprese non finiscono qui. Mah! Mi arrendo.
    Ciao, Car

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  12. rossella ha detto:

    Credo che Mimma abbia ragione, viene a crearsi un empatia tra noi che ci consente di comprendere anche il non detto. Comunque, cris cara, meglio quello che dici espressamente. E’ talmente bello leggerti!!!!! Un bacio di affetto e stima

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  13. domenica luise ha detto:

    Credo che la poesia moderna, ormai, abbia raggiunto il concetto di sinergia e di identificazione dei vari sensi sia fisici che interiori, per cui al poeta resta il gioco del passaggio dagli uni agli altri conformemente alla propria fantasia, o a quella dote complessa e semplicissima, non per contrasto, ma per pienezza, che chiamiamo fantasia. Prendo solo il primo verso, che per me è portante e da cui si dispiega, come sfocando, per passare alla metafora di un’immagine astratta nella quale la tua poesia “diviene”, tutto il tuo pensiero attualmente espresso in parole: “Scrivo come se respirassi”, il gesto concreto della scrittura è respiro, il contatto di metafora è talmente labile da diventare un filo d’aria, il respiro, vita. Il tutto in un verso, perché ormai la poesia moderna ha tolto di mezzo qualsiasi lungaggine, e questo proprio come canone. Prendiamo anche l’ultimo verso: è primavera, dalle dita spuntano fiori. È come se la sfocatura poetica fluttuante nella quale ti aggiravi ottenesse un orlo di evidenza e di richiamo, la poesia si chiude in delizia, anzi si socchiude e si chiude come un cuore in movimento. Il tutto senza il minimo sforzo creativo evidente perché il travaglio avviene nella vita del poeta e non nei pochi minuti della creazione concreta.

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    • cristina bove ha detto:

      A un commento così preciso, analitico, che entra nel vivo del metaliguaggio poetico, cosa rispondo?… nulla, non ne sono capace.
      Ma annoto:
      “perché il travaglio avviene nella vita del poeta e non nei pochi minuti della creazione concreta.”
      Capire e significare questo è più che essere poeti.

      Da un paio d’anni a questa parte sto tentando di darmi una motivazione per la scrittura e l’arte in genere. Le risposte sono ancora molto vaghe, non riesco a mettere a fuoco l’impulso che le genera.
      Forse bisogna arrendersi, sentirne la necessità, tentare di esprimersi, senza cercare oltre.
      Spesso mi chiedo: ma io, senza chi “ascolta” saprei-vorrei ancora parlare?

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  14. maria d'ambra ha detto:

    E chi legge la tua parolafiore si sorprende ad ascoltare una sinfonia… come se si sprigionasse dalla paginacilindro…

    la parola diventa magica perché la poetessa è maga (nel senso di molto, molto brava)…
    un bacio

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