Dentro di noi c’è una
cosa che non ha nome, e quella cosa è ciò che siamo (“Cecità”)
È nel rovescio
obbligato______itinerante verso
finalità scompositiva
nell’ annunciare d’essere poeti
io no
che me ne brucio cassapanche
d’abiti smessi e rime in litanie
senza costrutto
un viaggio da pagare al conducente
chi tiene i fili
una
che sonagliere roche pretendono l’assolo
un cinico bon ton
e un calcio ben diretto all’indifferenziato
illecita bontà
s’impara presto
invenzione di franchi adulatori
nella fallace convinzione che
non se ne accorga chi
le mille me
s’assiepano sul pozzo del conflitto
le farà fuori tutte
una
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il giovedì da Mauro Antonio Miglieruolo
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Dimenticavo di dirti che lessi Cecità subito dopo che Saramago ebbe il nobel quindi nel 1996 o giù di lì. Per molti anni poi [fino all’arrivo di Memorie di Adriano della Yorcenar] è stato il mio libro sul comodino. Mi colpì molto la potente metafora scelta dallo scrittore, quella cecità interiore che simboleggiava l’assenza di solidarietà nella società cosiddetta progredita e civile. La cecità in questo caso diventa indifferenza. Ed egoismo individuale.
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di “Cecità” cara Elis, mi ha colpito molto, oltre la metafora da te giustamente rilevata, il riprodursi dei moduli di una società malata che, perfino nell’angustia di una prigionia senza speranza, ricalca le sue leggi di violenza e profitto.
allegoria dei lager, denuncia dell’aberrazione cui può giungere l’umanità quando non è suffragata da coscienza morale.
grazie del tuo interessante commento.
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Qui siamo nella critica (e autocritica) più lucida e per questo, forse, le sonorità si ricorrono e si complementano a tal punto che il lettore non può che dire “ecco un poeta”!
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Cara, non sei saramago tu sei un’altra cosa nè meglio nè peggio ma di certo saramago non è te….. avrei voglia anche io di una bella lettura….
sono diventato troppo schifiltoso.. un bel libro intendo
perchè nel web so dove andare a cercare le dolci indipendenze
ciaooooo
elia
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ce ne sono di belle letture, leggi ad esempio “la lunga attesa dell’angelo” di Melania Mazzucco, un libro straordinario, veramente straordinario.
ciao
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una che tutte le comprende
e dopo aver scomposto – ricompone
baci
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penelope della poesia…
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Ogni tua nuova poesia sembra la migliore o lo è? Chissà…Fatto sta che a me danno tutte emozioni fortissime. ed è questo il fine di una poesia, se è vera poesia. Tu puoi essere una che si fa mille, mille che si fa una, ma sempre Cristina Bove. Bacio
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Ross, forse migliore, sicuramente l’ultima :)))
mi sento molto onorata da quel “sempre Cristina Bove”
grazie!
un bacio
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Buono anche il commento di Domenica. Lo trascrivo per tenerne debito conto…
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È entusiasmante incontrare altri poeti e sentirsi in armonia. Nessun poeta vero oserà mai definirsi tale, le nostre poesie sono “abiti smessi e rime in litanie”, ma al posto dei poeti autentici, che patiscono ed amano ogni propria parola, si sostituiscono “sonagliere roche che pretendono l’assolo”.
La poesia è un dono raro ed esige una fatica quotidiana per sciogliere i pensieri e mettere in moto la danza, è inutile farsi adulare, procurarsi la claque, agire furbescamente, la poesia non accetta inganni, ma piglia tutto l’essere del poeta, il tempo, le voglie, ne acuisce la sensibilità fino a che da mille tu diventi una, un punto finale.
Bella!
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“è inutile farsi adulare, procurarsi la claque, agire furbescamente, la poesia non accetta inganni”
proprio così, Mimma, e quando accade vien voglia di mollare qualche calcio.
d’altra parte chi ama veramente la poesia, sviluppa un senso d’onestà con le parole che non permette d’inventare eteronimi per autoincensarsi.
la poesia dovrebbe essere soprattutto verità.
grazie del bel commento.
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forse è in negativo, come nelle fotografie, che riveliamo veramente ciò che ci scalcia dentro
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hai ragione, Massimo, è proprio dal negativo che si può ottenere il positivo.
🙂
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meno male che è ben diretto all’indefferenziato!
cominciavo a preoccuparmi…
scusa lo scherzo, ma l’insieme è tale da sopportare bene, molto
troppo buona la poesia per lasciarsene turbare…
naturalmente la riproduco, una della migliori. Speriamo di trovare le parole giuste di commento nell’editoriale…
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Mauro, quando ci vuole ci vuole…
mi fa piacere che tu voglia riprodurla, sono più che sicura che troverai le parole giuste per presentarla.
ti ringrazio anche per il giovedì chez toi.
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dentro di noi c’è un vero e proprio microcosmo di sensazioni, emozioni, sentimenti… e tu con questi splendidi versi lo hai saputo rappresentare così bene…
un caro saluto e un sorriso
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Alba, in fondo la poesia è un luogo d’incontro per anime simili.
grazie di aver apprezzati i miei versi.
un saluto affettuoso 🙂
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