D’ufficio

 

Sembra il catalogo d’un vecchio
classificatore a mantice
voci di dare e avere    le macerie
d’un soporificio aziendale
tacciono le sirene    i fumi vanno
a figurare oltre le ciminiere
pareidolie cangianti

intanto che dimentico     le porte
i passaggi nei muri
le feritoie di maggio

il maglio batte sulla soglia
tartassa il travertino
in ginocchio il restante di vocali
taciute sottobanco
ai compratori di parole

è una vittoria d’apatia   variabile
sulle risorse ormai agli sgoccioli
e chi volesse fingere
dovrebbe avere almeno uno schedario
stabile.

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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9 risposte a D’ufficio

  1. cristina bove ha detto:

    Maurizio, grazie, buona giornata a te.

    Elis, sono stata al mercato dei fiori e ho comprato i più belli per te.

    Mimma, sono commossa dal tuo “entrare” nei miei versi, rovistando nel fondo di essi, fino a trovarne significati ignoti a me stessa, proprio come tu dici. Grazie!

    Rossella
    , ti ho immaginato addormentata col pc sulle ginocchia, come a volte capita anche a me. Ieri sera, ad esempio, dopo aver trascorso una giornata estenuante fuori casa.
    Buona giornata e grazie di tutto, carissima. Un bacio.

    Carmen
    , mi hai fatto sorridere con la tua proporzionale a mio favore…
    Sarà piacevole avere, nel senso di essere attorniata da anime bellissime come la tua e di tutti gli amici che mi frequentano, e nel contempo spero di poter dare ancora tanto di mio, ché a farlo è già un avere: tanta attenzione, tanto affetto.
    Baciocar

    Annamaria
    , grazie della tua gentile e affettuosa presenza. Scusa tu la mia latitanza, invece, ma sto attraversando giorni difficili.
    Un abbraccio e buona giornata

    Roberto, mi farà immenso piacere il tuo ritorno da lettore. Spero che il tuo pc venga ripristinato e tu possa servirtene soprattutto per il tuo splendido blog.
    Un caro saluto ricambiato di cuore.

    The, niente sfugge alla follia umana, che però incanalata, ci permette scambio reciproco d’interiorità e bellezza.
    baci

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  2. theallamente ha detto:

    Genere umano. Nemmeno l’universo sfugge alla nostra follia schedatoria.
    baci!

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  3. robertomeister ha detto:

    Una vittoria d’apatia variabile… sulle parole perennemente in bilico sopra uno spazio comunque fecondo.
    Mac permetteendo tornerò a leggere
    Un caro saluto Cri

    Roberto

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  4. annamaria ha detto:

    E’ una poesia bellissima che mi lascia senza parole: stonerei la musicalità dei versi. Le risorse agli sgoccioli dici, è questa luce poetica che dona nuove risorse al tuo cuore. Bravissima!
    un abbraccio affettuoso
    annamaria

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  5. carmen ha detto:

    Lo schedario stabile sarebbe un po’ monotono, meglio uno schedario in cui compare e scompare qualche pagina, a piacere, e soprattutto meglio se scompaiono definitivamente le pagine del dare e restino quelle dell’avere, perché immagino che la proporzione sia di 1: 100 mila mld e più.
    E non mi sembra il caso di aspettare a ricevere il dovuto in un mondo che non sia questo, e quindi “hic et nunc”.
    Intanto… aspettiamo, forse ci sarà una vittoria insperata, come al superenalotto..
    Baciocrì
    car

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  6. rossella ha detto:

    Ti stavo commentado ieri sera e mi son ritrovata col pc sulla ginocchia questa mattina, cri carissima. Stupenda la poesia. Se le risorse agli sgoccioli di cui parli son riferite a te, quanto ti sbagli, cri!!!Pima che si esauriscano le scorte magari chiude anche wordpress! E non parlo solo di poesia, ma di Cristina in tutta la sua totalità. Bacio, ross

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  7. Domenica Luise ha detto:

    Così la tua vita poetica è una pareidolia cangiante in altre pareidolie, di metafora in metafora e di frammento in frammento, l’ambiente è divenuto come d’acciaio e di nero, non vedi più nemmeno una feritoia dalla quale possa entrare l’antica primavera e c’è una soglia assordata dai colpi del maglio sul suo travertino che, per quanto duro, si spaccherà. Fingere sarebbe forse possibile, ma inutile, la vita è agli sgoccioli e si è trasformata. Desolazione assoluta dell’esistenza eppure palpitante di un tuo quid segreto, forse, anche a te stessa.

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  8. elis19mr ha detto:

    “sono stato al mercato delle parole e ho comprato suoni…”
    Parafrasando Jacques Prevert, qui si comprano suoni e assonnanze, metafore e immagini, senso e doppi sensi…

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  9. maurizio manzo ha detto:

    …e sul dare avere
    tacciono i sensi!

    Ciao Cri

    buona giornata!

    mm

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